Resistance to the Society of the Spectacle:
the “nikutai” in Murobushi Kō

Katja Centonze

Abstract

Come pronosticato da Guy Debord, in questa società dello spettacolo, in cui il reale consumatore è un consumatore di illusioni, siamo mossi dal principio del feticismo della merce. In un contesto simile la merce è una illusione effettivamente reale, e la sua manifestazione generale è lo spettacolo. L’ impegno manifestato dall’avanguardia giapponese negli anni ’60 di contrastare e protestare contro il meccanismo capitalista attraverso atti performativi alternativi non è più preoccupazione centrale. Paragonando il nostro presente con quegli anni, l’abuso di potere oggi è probabilmente molto più capillare, considerando che la sua diffusione esponenziale e onnipervasiva conduce a una condizione di onnipresenza. Di conseguenza, l’idea che l’avanguardia possa costituire un meccanismo per resistere al capitalismo viene completamente messa in questione. Anche i propositi di radicalismo conservati in uno dei teatri del corpo più rivoluzionari, il buto, sembrano sbiadire in una proposta statica. Nel tentativo di tracciare un contesto del nikutai radicale (l’immediatezza del corpo materiale come proposto dal fondatore Hijikata Tatsumi) e di politica del corpo come vessillo della resistenza alla società dello spettacolo, un eloquente esempio risulta essere il lavoro del performer e coreografo Murobushi Ko. Questo saggio esamina in specifico l’intento di innovazione visibile nel suo progetto Experimental Body realizzato con il suo gruppo Ko&Edge Co. attraverso performances come Bibo no aozora (Shinjuku Park Tower Hall, 2003) e Heels (Kagurazaka Die Pratze, 2004).